L’organizzazione positiva (org+) è un modello culturale basato sulla presa di coscienza che l’azienda sia un sistema complesso e adattivo, soggetto a continue trasformazioni che scaturiscono da interazioni sia interne che esterne. Il proposito di tale modello è creare – e rendere sostenibile – un luogo in cui ciascuno possa sentirsi valorizzato e realizzato, in quanto messo in grado di esprimere appieno le proprie potenzialità.
Alla luce delle recenti rivoluzioni nell’architettura e nell’organizzazione del lavoro e grazie al contatto con le molteplici realtà aziendali con cui la nostra attività ci permette quotidianamente di confrontarci, ci siamo chiesti se i modelli organizzativi su cui finora è stato costruito il mondo del lavoro siano gli unici possibili o i più adeguati a governare evoluzione e complessità.
La scienza ha ormai ampiamente comprovato che gli stereotipi, su cui storicamente si fondano i modelli aziendali tradizionali, presentano difetti ed inefficienze.
La convinzione secondo cui sotto sforzo e tensione costante produciamo di più e raggiungiamo meglio gli obiettivi, subordinando a questo sforzo il successo e la gratificazione, si contrappone al fatto che è proprio tale sforzo che genera lo stress, nemico del problem-solving, dell’ascolto e della creatività, oltre che ovviamente della salute.
Anche la “legge del più forte”, convinzione secondo cui per sopravvivere ed evolverci dobbiamo necessariamente combattere e difenderci dagli altri, si contrappone alla natura sociale dell’essere umano per cui è proprio la cooperazione a costituire il principale vantaggio evolutivo.
Infine, la convinzione che successo e felicità siano direttamente connessi a ruolo, retribuzione, poteri, privilegi e tempo dedicato all’accumulo di competenze e conoscenze, esclude completamente la valorizzazione della consapevolezza di sé stessi, dei propri bisogni, valori e talenti che sono invece alla base della motivazione e del coinvolgimento.
Gli studiosi di organizzazioni positive confermano che le persone, nel momento in cui sono orientate a identificare e condividere un bene superiore, tendono ad unirsi trascendendo dagli interessi personali in favore del gruppo. Perciò è necessario che felicità costituisca una vera e propria strategia organizzativa, sostenendo e sviluppando leader consapevoli, progettando ed implementando pratiche finalizzate al benessere e promuovendo una cultura aziendale guidata da un proposito comune e condiviso.
Parlare di felicità in azienda significa rompere un tabù: spesso questa parola associata all’azienda sembra invasiva, incoerente, fuori contesto. La felicità è una sfida e numerosi studi scientifici dimostrano che essa è una competenza che può essere allenata e che ha reale impatto sui risultati: secondo le indagini della società americana di consulenza Gallup, in tutto il mondo l’85% dei dipendenti è demotivato, perdendo mediamente il 18% della produttività. Quando sul lavoro si è felici, si stima che la produttività aumenta del 37% e la capacità di innovare addirittura del 300%!
La scienza oggi è in grado di offrire strumenti e soluzioni concrete, applicabili in ambito organizzativo, sociale e politico, ai manager e ai leader che vogliono garantire successi a lungo termine, crescita, stabilità e vantaggi competitivi per organizzazioni di cui fanno parte. La scienza della felicità applicata a contesti organizzativi ha quasi un secolo di storia: già negli anni ’20 lo studio “Happy Productive Worker“, dimostrava che il benessere dei dipendenti detemina un aumento della produttività e dei profitti.
Il rapporto sulla politica globale di felicità e benessere 2019 è una ricerca che ha concluso che “Esiste una grande, positiva correlazione tra il benessere dei dipendenti e le misure aggregate aziendali a livello di performance in tutti i tipi di industrie. Questo rapporto è particolarmente forte in termini di soddisfazione del cliente e turnover del personale, fattori che guidano la redditività complessiva“.
La scienza della felicità non intende costituire l’ennesimo alibi per il totalitarismo d’impresa, non si tratta di dittatura della felicità o tirannia dell’ottimismo ad ogni costo: nella sua ottica la felicità è una scelta che deve restare libera.
Il CHO è esperto di organizzazioni positive e sa considerare l’azienda come organismo vivente, complesso e adattivo, costituito da interazioni e da persone caratterizzate da bisogni, talenti, valori e capacità. All’abilità di osservare l’organizzazione in maniera allargata, quindi nella sua dimensione esterna, questa figura aggiunge la capacità di osservare in modo integrato anche la sua dimensione interna.
Nello specifico i compiti del CHO sono:
Le sue principali competenze sono:
La Scienza della Felicità e delle Organizzazioni Positive è già stata integrata con successo in master e corsi presso le più prestigiose Università in tutto il Mondo come Harvard, Berkeley, Michigan, Stanford, London BS.
L’Italian Institute for Positive Organizations è il centro studi nato nel 2019 dall’esperienza di 2BHappy Agency, la prima realtà italiana che dal 2015 si occupa di scienza della felicità, con gli obiettivi di fare ricerca sulle Organizzazioni Positive in Italia, raccogliere e mettere a disposizione i dati e le best practices in grado di ispirare e guidare i leader delle Organizzazioni italiane (aziende, scuole, ospedali, territori) nel trasformare la cultura del lavoro e delle relazioni nella direzione del benessere, della cooperazione e della felicità. S’impegna inoltre a tracciare traiettorie trasversali tra le buone prassi italiane e quelle internazionali, per allargare lo sguardo e renderlo sistemico ed efficace.
La certificazione di Chief Happiness Officer viene rilasciata da 2BHappy Agency con l’innovativa tecnologia “open badge”, uno strumento digitale nato per mappare, acquisire e valorizzare le competenze e che costituisce un vero e proprio attestato elettronico virtuale pubblico, condivisibile e parte integrante del Curriculum Vitae.
Per maggiori informazioni sulle organizzazioni positive e il Chief Happiness Officer:
https://www.iipo.it/
https://www.iipo.it/2020/06/04/giusy-vanni/
https://www.chiefhappinessofficer.it/
http://www.2bhappy.it/